Shared by Max
Facciamo che l’impariamo a memoria?
Caro uomo ridens, più che la volgarità delle sue battute oggi mi ha fatto male vedere te costretto a sghignazzargli accanto. Non sei il primo e non sarai l’ultimo. Ma oggi mi hai fatto più impressione del solito. Perché mentre lui non ha scelta, condannato dal fantasma di se stesso ad essere solo la maschera tragica di un maschio, tu in teoria saresti ancora un uomo.
Ti ho visto ridere quando offendeva le donne, quando le riduceva a carne in affitto, quando gli scippava l’adolescenza, quando bestemmiava, quando esaltava la prostituzione, quando si sentiva forte solo esaltando le debolezze degli altri. Tu mi sconcerti più di lui. Perché se tu non ci fossi neanche lui avrebbe più motivo di essere. Lui è fatto così, dice. Ma lui è fatto così perché tu sei fatto così. E gli dai spago, soddisfazione, lo applaudi, lo fai sentire un gran figo. La fine di uno così non può determinarla Fini. Uno così può seppellirlo solo una risata: quella che tu smetterai di fare la prossima volta che gli starai accanto. Condannandolo all’indifferenza. A uno così non basta e non serve spegnere la voce: bisogna spegnergli gli applausi. È l’unica cosa che teme.