Shared by Max
Poi dopo, quando parla delle tattichine, a me viene in mente il Giro delle Fiandre di domenica scorsa, dove Cancellara pensava di poter vincere ed è scattato.
Quando si è voltato c’aveva dietro Boonen, il favorito, padrone di casa e imbattibile in volata.
Allora Cancellara cos’ha fatto? Semplice: ha pedalato, più forte che poteva. E tutti a dire “Coglione, che così lo porti al traguardo e lui ti fulmina in volata!!!”.
Sull’ultima salita, a 15 chilometri dall’arrivo, Boonen era ancora lì attaccato alla sua ruota, senza quasi aver mai tirato. Riposato e bello come solo un belga biondo quando corre da favorito nella gara più importante del Belgio a Pasqua con 500.000 persone sulle strade a tifare per lui può essere.
Arriva il muro di Grammont: un chilometro di strada per alzarsi di 90 metri, in pavé, e quando dietro la curva spunta la chiesina in mezzo al bosco la pendenza è del 20%.
Cancellara allora fa la cosa più semplice: pedala ancora più forte. Non scatta. Semplicemente pedala più forte. E Boonen si stacca. Prende 30 secondi in 200 metri.
Cancellara alla fine arriva con la bandiera ed un sorriso che uno da uno svizzero nemmeno se l’aspetta.Cancellara non ha voluto vincere. Ha voluto dimostrare di essere il più forte.
Ci riusciremo mai “noi”?
Vedo che il legittimo impedimento – la leggina da personam che il premier si è fatto fare in attesa di far passare il Lodo Alfano come legge costituzionale – è oggi accolto da molti con una specie di respiro di sollievo e di stanchezza: «Regala al Paese 18 mesi di tregua», dice ad esempio- sul Corriere – Giuseppe Berruti del Csm. Come dire che uno ti mena per giorni, poi ti lega a un palo e se ne va a farsi un giretto, e tu ti consoli pensando: beh, almeno per un po’ non mi mena.(…)