Shared by Max
A me Bordone quando fa così…
Oggi è arrivata una notizia davvero ferale, triste.
Pare, anche se non si sa quanto ci sia da fidarsi, che abbiano preso il Mullah Omar.
E torna alla memoria la fuga del Mullah Omar da Kabul, quella sua fantomatica avventura motoristica, il più grande esercito del mondo che va dietro a un vecchio in moto, sotto il sole cocente della Mesopotamia. Il vecchio che non molla l’acceleratore per niente al mondo. Continua a andare, nulla sabbia, sui sassi, accanto alle palle di sterpi che rotolano piano, pensando solo al confine, alle grotte dove infossarsi per bene, a scappare dai nemici e portare il culo al riparo. E va. Il cattivo vero non conosce la diplomazia, ma pratica la furbizia, la fuga rocambolesca. Tuniche morbide e abbondanti che svolazzano al vento, mentre il motore dà tutto quello che può.
E poi l’occhio.
Il Mullah Omar ha un occhio solo; l’altro è coperto da una benda. Uno se lo immagina che pulisce l’alveo vuoto, accovacciato, fumando tabacco girato malamente in forma di una sigarettina storta, vergognandosi un po’ dello schifo che fa il suo buco. Arriva qualcuno fidato per dirgli che devono spostarsi subito, e lui frettolosamente rimette la benda a posto. Abbozza un’espressione gentile. Non mostra mai la paura.
Tutto questo è finito. Una questione di tempo. Doveva succedere. Sarebbe stato meglio se fosse morto a Panama tra sei anni, con la faccia rifatta e il nome Gonzales. Ma i finali sono difficili quando te li inventi. Figuriamoci quando succedono.