Non ne faccio una questione politica, nonostante siano due “temi” che mi hanno molto “appassionato” ultimamente.
Ho sentito oggi due affermazioni provenienti da due esponenti (di parti politiche diverse) dimostratisi anche in questa occasione molto più simili di quanto dovrebbero essere: il primo manifestava (esplicitamente o meno) una certa allergia alle assemblee di partito, mentre il secondo diceva che se ne sarebbe andato in caso di un determinato avvenimento causato dai propri “discepoli”.
Non ne faccio una questione politica. Ne faccio una questione di vivere civile, di condivisione, di “camminare insieme”. Che sia un avanzo del berlusconismo o un anticipo di qualcosaltrismo, confrontarsi e “sopportare” la fatica di ascoltare opinioni altre sembra essere una virtù svanita. Ci troviamo nella triste situazione che capitava al campetto, quando – se ti provavi a dire qualcosa di storto – il padrone del pallone interrompeva la partita e andava a casa sua con tutta la tua voglia di giocare.
Il leader è quello che punta i piedi, che non dialoga ma impone, che fa sentire tutta la sua aggressività . Il leader è quello dell'”io”.
Arriverà un leader del “noi”?